Stomatologica, poliambulatorio privato. A Ravenna.

Impianti Dentali

Impianto dentale

pmw dx imp L’implantologia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti mediante impianti sui quali vengono inseriti i nuovi denti artificiali.

Quando si inseriscono nell’osso impianti in titanio puro, l’osso cresce a diretto contatto con la superficie implantare. Questo fenomeno prende il nome di osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo, imitando le radici dei denti naturali.

Quali sono i pazienti candidati all’implantologia?

In questa categoria possono essere inclusi:

  • i giovani che hanno concluso la fase di crescita, di solito 16 anni per le femmine e 18 anni per i maschi, a cui mancano alcuni denti permanenti (agenesia)
  • pazienti che in seguito a trauma, o carie hanno perso alcuni denti, e quelli adiacenti sono perfettamente sani
  • pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali estese con ponti fissi che necessitano di rifacimento ma i cui pilastri (denti su cui si appoggia la protesi) non danno garanzie di durata
  • pazienti portatori di protesi mobili che per ragioni funzionali, estetiche o psicologiche necessitano di una protesi fissa

Cosa sono gli impianti dentali?

Gli impianti dentali sono “radici artificiali” in titanio che vengono posizionate nell’osso mascellare o mandibolare per sostituire le radici degli elementi mancanti.

È sempre possibile ricorrere all’implantologia?

Ogni singolo paziente deve essere esaminato attentamente, in quanto devono esistere le condizioni che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento.

  • La condizione principale è che vi sia una sufficiente quantità di osso nelle posizioni previste per l’inserimento dell’impianto; per determinare ciò, oltre alle tradizionali indagini radiografiche al paziente può essere richiesta la tomografia computerizzata (TAC), che fornisce la rappresentazione precisa e tridimensionale della porzione di osso in esame.
  • Il paziente non sia affetto da malattie del cavo orale. L’implantologia deve essere riservata a quei pazienti che non presentano o che sono stati curati dalla malattia parodontale.
  • Un altro fattore importante da considerare è il fumo. Recentemente sono state pubblicate ricerche cliniche che dimostrano come il fumo abbia un effetto negativo a livello parodontale ed implantare abbassando la percentuale di successo dal 98% all’ 80% a 5 anni secondo i dati forniti dalle più recenti ricerche) I pazienti che fumano più di 10 sigarette al giorno devono essere valutati con molta prudenza.
  • Altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da patologie sistemiche (malattie che coinvolgono tutto l’organismo quali il diabete o malattie dei sangue). Tali malattie possono essere diagnosticate prima dell’intervento attraverso un’attenta anamnesi analisi.

Ci sono limiti di età per sottoporsi ad un intervento di implantologia?

Gli impianti sono stati ideati come soluzione riabilitativa per pazienti della terza L’età avanzata non è di per sè una controindicazione all’intervento si deve valutare per ogni singolo caso la condizione psico‑fisica individuale.

Per sottoporsi a questo intervento chirurgico è necessario essere ospedalizzati?

No: l’intervento può essere eseguito ambulatoriamente in anestesia locale. Al paziente (se necessario) può essere praticata una blanda sedazione a base di benzodiazepine (Valium) per ridurre il livello d’ansia ed aumentare il suo stato di cornfort. La sala operativa ed il paziente vengono adeguatamente preparati per poter eseguire l’intervento di chirurgia orale.in condizioni di massima sterilità.

Il trattamento è doloroso?

No. Si opera in anestesia locale utilizzando anestetici appositamente sviluppati per la chirurgia orale. Tali anestetici sono molto efficaci e producono una profonda anestesia.

Il paziente non avverte alcun dolore! Dopo il termine della chirurgia i comuni farmaci antidolorifici (analgesici) sono suffìcienti per controllare ogni eventuale dolore post‑operatorio. Occasionalmente può comparire gonfiore che si risolve nell’ arco di tre‑quattro giomi.

Quanti impianti è necessario posizionare?

Il numero di impianti è estremamente variabile esso dipende da numerosi fattori quali, il numero di elementi dentali mancanti; e/o da ciò che si vuole o si può ottenere, le dimensioni dell’osso che deve ricevere le fixture. La decisione relativa al numero degli impianti da posizionare sarà il frutto di una attenta valutazione del caso previo esame clinico e radiografico effettuata dal medico in accordo col paziente.

Esattamente come si procede?

Il passaggio dall’intervento chirurgico all’adattamento della protesi si articola in due o tre fasi a seconda del caso clinico.

  • fase 1: gli impianti in titanio vengono inseriti nell’osso mediante intervento chirurgico; segue un tempo di attesa variabile che può andare dai 2 ai 4 mesi per permettere all’impianto di osteointegrarsi;
  • fase 2: al termine dei periodo di osteointegrazione con un piccolo intervento, all’estremità dell’impianto viene applicato un pilastro di guarigione, che affiora alla superficie della gengiva il tempo di Attesa per la guarigione è di circa 3 settimane;
  • fase 3: avvenuta la guarigione della gengiva attorno al pilastro si procede all’esecuzione del manufatto protesíco (cioè dei dente artificiale) ed alla sua fissazione all’impianto.

Esiste la possibilità di rigetto?

No, perché il titanio è un materiale assolutamente biocompatibile in quanto del tutto inerte dal punto di vista biologico.

Esiste, invece, la possibilità di “fallimento impiantare” che può verificarsi immediatamente oppure a medio‑lungo termine.

Il fallimento immediato, ( mancata osteointegrazione prima della fase protesica) è. un’evenienza estremamente rara In caso di fallimento immediato, se l’impianto non si è osteointegrato, lo studio si impegna una volta guarita la zona, a ripetere la fase chirurgica, senza esborso finanziario da parte del paziente.

Nel caso di riabilitazioni estese o di protesi fisse di più denti su impianti, in fase di programmazione chirurgico‑implantare si progetta il caso con un numero di impianti che consenta di avere un “margine di sicurezza” su cui contare in caso di insuccesso.di un pilastro.

Dalla nostra esperienza e dai dati pubblicati in letteratura gli insuccessì immediati rappresentano l’ 1% ‑ 2% dei casi. Nel caso di riabilitazioni estese la perdita di 1 o 2 impianti non pregiudica il nostro progetto protesico iniziale e non è necessario praticare un secondo intervento.

In poche parole: Lo studio vi garantisce che il progetto protesico, illustrato all’inizio, verrà rispettato utilizzando un numero di impianti adeguato al vostro caso clinico.

Il fallimento a medio‑lungo termine è invece causato da un non corretto mantenimento dell’impianto: è pertanto fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici e che curi scrupolosamente la propria igiene orale.

Durante la fase di mantenimento parodontale ed implantare che si articola in alcuni richiami nell’arco dell’anno, il paziente oltre alle normali procedure, di igiene professionale verrà sottoposto ad uno scrupoloso controllo clinico degli impianti ed una volta all’anno, ad un controllo radiografico. Impegnando poche ore del vostro tempo all’anno, si preservano a lungo i manufatti protesici che vi sono costati sia sotto il profilo temporale; che finanziario! È nell’interesse dei paziente seguire scrupolosamente la tabella dei richiami fissata dal clinico e fornire notizie circa cambiamenti dello stato di salute generale.

Cosa succede in bocca quando un impianto fallisce?

Il danno biologico residuo nel caso di un fallimento implantare con i moderni impianti cilindrici è inesistente. La perdita dell’impianto è paragonabile all’estrazione di un dente monoradicolato (ad es. un incisivo) e non pregiudica la possibilità di posizionare un altro impianto.

I denti artificiali connessi agli impianti in media ogni quanti anni richiedono un rifacimento?

I manufatti protesici su impianti presentano una sopravvivenza paragonabile alle protesi sui denti naturali. Dopo un certo periodo di utilizzo, le protesi necessitano di essere rifatte e questo dipende dal tipo di materiale con cui è costruita la protesi e dalla condizione clinica di ogni singolo paziente. Il medico vi potrà fornire una “aspettativa media personalizzata” in termini di anni, delle vostre protesi.

Si può re-intervenire a livello delle protesi su impianti?

Sì: tutte le protesi fisse su impianti sono congiunte agli impianti stessi mediante viti o cementi particolari e possono essere rimosse dal protesista qualora se ne rilevi la necessità. Il paziente non può rimuoverle e a tutti gli effetti appaiono e funzionano come denti naturali.

Quali vantaggi offre una protesi su impianti osteointegrati?

Nel caso della sostituzione di uno o pochi elementi dentali, i principali vantaggi rispetto ad un ponte tradizionale sono:

  • il mantenimento dell’integrità dei denti vicino allo spazio dove mancano i denti stessi;
  • il mantenimento dell’osso alveolare in corrispondenza degli elementi sostituiti da impianti, che andrebbe altrimenti incontro a riassorbimento. L’impianto, infatti, stimola e preserva l’osso come fa la radice del dente naturale;
  • il ripristino della capacità masticatoria, che diventa uguale a quella dei denti naturali, con conseguenti benefici nutrizionali e digestivi: potersi alimentare in modo adeguato è molto importante a tutte le età ma soprattutto nei pazienti “non più giovani’!
  • il mantenimento delle normali funzioni muscolari facciali, con recupero di un aspetto più giovanile e naturale dei viso;
  • l’arresto del processo di riassorbimento dell’osso mandibolare o mascellare conseguente alla perdita dei denti ed all’eventuale uso di protesi mobili;
  • la scomparsa di infiammazioni gengivali e di dolore correlato all’instabilità delle protesi;
  • la riconquista della fiducia in se stessi, della sicurezza nel parlare e nel sorridere;
  • i vantaggi a cui andrete incontro vi permetteranno di migliorare la qualità di vita, l’aspetto estetico ed in senso lato la vostra salute generale.

Quali Possono essere i rischi e le complicanze dell’intervento chirurgico?

Se il paziente è in buona salute. i rischi e le complicanze, dal punto di vista generale, sono paragonabili ad un comune trattamento chirurgico odontoiatrico.

Se durante la fase diagnostica emergono dati clinici che necessitano di approfondimento si richiederà la collaborazione del medico curante e si valuterà assieme se procedere oppure optare per soluzioni alternative.

I rischi e le complicanze locali sono assai ridotte effettuando una diagnosi precisa ed utilizzando immagini radiografiche quali la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). Tuttavia operando in vicinanza di terminazioni nervose può talvolta persistere per qualche settimana, al massimo qualche mese un leggero senso di formicolio. Questa evenienza è molto rara e si verifica solo quando si opera sulla mandibola.

In pazienti anziani è più frequente il formarsi di ecchimosi un po’ più grandi dei normale, (le classiche zone che diventano rosse, blu poi gialle per poi scomparire, tipiche dei traumi). Tale evenienza non può essere considerata una complicanza ma un fattore dei normale decorso post‑operatorio. Per vostra conoscenza vi indicheremo meglio, per ogni singola zona operata, i possibili rischi e le complicanze specifiche.

Quali possono essere i rischi o le complicanze tardive delle protesi supportate da impianti osteointegrati?

Le complicanze delle protesi supportate da impianti osteointegrati sono rare. Tuttavia si possono verificare negli anni alcuni inconvenienti di carattere infiammatorio o meccanico:

  • In caso di non adeguata attuazione delle necessarie manovre domiciliari di igiene orale, gli impianti, come i denti naturali, possono andare incontro a fenomeni di infiammazione causati dalla placca batterica e dal tartaro. Le infezioni batteriche (periimplantiti) non trattate possono progredire fino alla perdita dell’impianto. Per prevenire questa complicanza sono necessari controlli professionali periodici ed una igiene orale domiciliare adeguata. Al minimo accenno di fastidio o dolore in sede di impianto, il paziente deve subito farsi visitare! Casi iniziali di periimplantiti sono molto facili da curare!
  • Le protesi dentali definitive vengono generalmente fissate agli impianti mediante viti o cementi particolari. Con la prolungata funzione e l’usura, le viti di fissazione delle protesi possono svitarsi o fratturarsi. Il cemento con il tempo può “non più tenere”.In tal caso la protesi comincia ad avere una certa mobilità ed anche se non vi è dolore o fastidio la protesi stessa deve essere immediatamente riavvitata o ricementata per evitare danni agli impianti. Anche in questo caso è molto importante, quindi, che il paziente richieda immediatamente una visita di controllo presso lo studio.

Quali sono le alternative terapeutiche per ripristinare i denti mancanti o per stabilizzare le protesi totali (dentiere)?

Le soluzioni alternative agli impianti osteointegrati comprendono:

  • Nessun trattamento. Tuttavia la perdita di anche un solo elemento dentario, può causare problemi estetici e funzionali con conseguente squilibrio a livello dell’apparato masticatorio.
  • Protesi totali (comunemente chiamate dentiere) In molti casi, in modo particolare a livello della mandibola, la stabilità delle protesi totali (dentiere) è insufficiente a causa dell’atrofia della cresta alveolare edentula (dell’osso dove mancano i denti). Le protesi totali, inoltre, trasmettendo il carico masticatorio direttamente sulle creste edentule provocano un lento e progressivo riassorbimento dell’osso. Tale riassorbimento può, a lungo termine, rendere più difficoltoso il trattamento mediante impianti osteointegrati.
  • Protesi parziali rimovibili ancorate ai denti residui (scheletrati) Gli scheletrati , inevitabilmente, trasmettono un ulteriore carico ai denti naturali residui ai quali si ancorano. Inoltre, come le protesi totali, trasmettono direttamente il carico masticatorio alle selle edentule (zone dove mancano i denti) accelerandone l’atrofia.
  • Ponti fissi In caso di perdita di un singolo elemento con denti vicini sani, il trattamento con un impianto, che supporta il dente mancante al posto dei tradizionale ponte a tre o più elementi, permette di evitare la fresatura dei due elementi dentari sani. E quindi una soluzione terapeutica più conservativa. In caso di perdita di più denti, bisogna valutare caso per caso vari fattori e questo può essere fatto solo attraverso una visita clinica.
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